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Lo sviluppo
I servizi per l’infanzia comprendono obiettivi ambiziosi tra cui la risposta ai bisogni complessi dei bambini e delle bambine collegati alle aspettative genitoriali e sociali.
In questo senso la famiglia è da considerare come la prima e basilare agenzia a cui va riconosciuto questo ruolo e che deve essere sostenuta e valorizzata , affiancandola in un processo di coinvolgimento più ampio. In questo contesto servizi e famiglie devono trovare delle sinergie collaborative che consentono uno scambio autentico tra educatori e genitori, garantendo la continuità educativa tra famiglia e servizio e viceversa coinvolgendo la famiglia in progetti e programmi estivi educativi esterni, ponendo la centralità sulle relazioni ( tra bambini e coetanei, tra bambino e adulti, tra adulti ) nell’ottica della buona prassi educativa. Il bambino è il fruitore assieme ai genitori e alle figure di riferimento collegate ( nonni, parenti, amici, ecc… ) di un insieme di eventi educativi che sono collegati con il contesto sociale e ambientale cui è riferita la struttura familiare. Ciò significa che ogni azione educativa esprime la sua valenza in relazione alle aree di sviluppo del bambino. Utile è il riferimento alle tavole di sviluppo di Beller , che consentono di monitorare l’evoluzione del bambino in base ad una serie di aree che comprendono:
a) dominio delle funzioni del corpo
b) consapevolezza dell’ambiente circostante
c) sviluppo sociale ed emotivo
d) gioco
e) linguaggio
f) sviluppo cognitivo
g) motricità generale
h) motricità fine
Per la psicoanalisi infantile praticata e diffusa dall’Anna Freud Center ci si avvale della considerazione delle funzioni dell’IO come regolatorie dei processi mentali, e gli sviluppi sono considerati in base ai seguenti parametri:
a) organizzazione e controllo di impulsi e desideri
b) organizzazione e controllo degli stati affettivi mentali
c) orientamento rispetto alla realtà
d) relazioni oggettuali esterne
e) relazioni oggettuali interne
f) organizzazione del Sé
g) monitoraggio del Sé
h) valutazione del Sé
La psicologia genetica di Piaget ha definito gli stadi evolutivi come segue:
1 periodo senso-motorio (con prevalenza di schemi innati che si intrecciano con le sperimentazioni personali)
2 stadio dell’intelligenza rappresentativa preoperatoria, con prevalenza di un pensiero egocentrico e sincretico, con realismo intellettuale, e intricazione affettiva ed intellettuale)
3 stadio dell’intelligenza concreta (concretezza delle operazioni, costituzione di un sistema di valori fissi)
4 stadio delle operazioni logiche formali (ragionamento regolato dal pensiero costruttivo e discorsivo)
Ogni livello raggiunto da un dato bambino in uno degli aspetti visti è il risultato di una interazione tra evoluzione delle pulsioni, del sistema mentale interno, delle influenze ambientali. In sintesi è il risultato tra maturazione, adattamento e strutturazione. In questo senso le linee evolutive sono realtà storiche che consentono di osservare le acquisizioni personali raggiunte da ogni bambino. In una simile complessità i servizi per l’infanzia rivestono senz’altro un ruolo cruciale, nel senso che date le trasformazioni intervenute nella dimensione sociale e familiare, i bimbi e le bimbe e i loro genitori necessitano di un supporto. I tradizionali servizi, pur nella loro utilità, non riescono a fronteggiare le nuove e diverse richieste di inserimento e la stessa legislazione affronta la modificata realtà predisponendo strumenti atti a consentire l’integrazione con servizi innovativi. Rimane ancora però precaria la strutturazione e l’operatività di servizi che spesso ricalcano modelli già presenti ed istituzionali.
Ancora molto è da fare e tanto da sperimentare!
(per es.: come predisporre al meglio senza commercializzare il servizio, quali operatori ed educatori coinvolgere, quali controlli vanno effettuati, quali garanzie dare e ricevere, quale criterio di qualità, ecc…)
1. Progettazione e realizzazione
Ogni servizio per l’infanzia e le famiglie deve essere progettato e realizzato seguendo dei criteri di qualità. Tali criteri sono:
Analisi dei bisogni sociali – svolto con l’utilizzo di strumenti di analisi sia quantitativi sia qualitativi che hanno l’obiettivo di indagare e conoscere appunto bisogni e situazioni, ma anche di promuovere e far conoscere il servizio nella sua essenza reale ( es.: colloquio iniziale, ecc … )
Congruenza tra obiettivi e risorse – con l’individuazione di un percorso tra vari soggetti ( operatori, genitori, comunità ) per la condivisione delle opportunità e delle responsabilità ( progettuali ed operative ) al fine di difendersi dalle speculazioni e dalle improvvisazioni
Valorizzazione e utilizzo di competenze e risorse – punto essenziale e lo vogliamo deliberatamente sottolineare è la competenza degli addetti, da realizzarsi in base allo sviluppo di iniziative e percorsi appositi per i bambini, di creazione e consolidamento delle relazioni tra docenti e genitori, di costruzione di rapporti positivi tra operatori, al fine di favorire l’evoluzione di dignità, scambi e dignità sociale. In tal senso è fondamentale la formazione e l’aggiornamento in itinere che consenta anche agli operatori di combattere l’ignoranza e la tuttologia dilagante che fa scambiare operatori di tipo assistenzialistico ( baby-sitter ) con operatori di tipo educativo ( docenti ). Un ulteriore aspetto da considerare è la promozione e l’informazione circa il servizio, che deve seguire sia canali formali che informali, basati sulla verifica delle prassi operative offerte dal servizio medesimo.
Qualità del servizio
Le aree di percorso di qualità nella realizzazione di un servizio per la prima infanzia sono:
Ambiente – è la risultanza tra i diversi ambiti che devono coincidere con l’accordo tra le esigenze dell’ utenza e gli operatori, nel rispetto dei ruoli propri e responsabilità differenti
Attività – devono essere vagliate e verificate sulla base delle linee di intervento previste dal progetto psico-pedagogico in vigore. Per tali ragioni si considerano fondamentali le scelte operative al fine di sviluppare modelli di attività ludica e di apprendimento adeguate alle varie fasce di età presenti tra l’utenza, ma anche le attività di carattere promozionale e informativo rivolte all’esterno del servizio e ai genitori.
Diversità – valutazioni relative al sesso, alla cultura, all’appartenenza etnica, alle abilità psico-fisiche, alla bioappartenenza basilari per un’adeguata progettualità del servizio. Le diversità quindi come risorsa che aiuta anche i bambini ad affrontare l’articolazione della vita e dei suoi attori, rendendo possibile l’approntamento di una cultura personale basata sul rispetto ed il dialogo. In questo senso, percorsi particolarmente efficaci sono auspicabili sin dalla più tenera età per consentire al bambino di comprendere nel proprio universo mentale ciò che lo circonda.
Valori etici – sono un forte riferimento per l’organizzazione e la gestione della scuola in quanto predispongono la base per la realizzazione di aspetti relativi all’usabilità del servizio, alla predisposizione dei programmi psico-pedagogici a breve, medio e lungo termine, alla preparazione richiesta da parte degli operatori, ai sistemi delle relazioni, al rispetto delle opinioni. Infatti, quanto maggiore è l’aderenza al sistema valoriale condiviso da parte dei vari soggetti presenti nel contesto del servizio, tanto più probabile è lo sviluppo di un servizio di qualità.
Gli assi principali attraverso cui si articolano i progetti rivolti al raggiungimento e mantenimento di standard qualitativi sono:
I bambini – non bisogna dimenticare che il punto di vista dell’infanzia è generalmente interpretato dagli adulti, anche se i bambini esprimono segnali di benessere o malessere inequivocabili che consentono di adeguare gli interventi alle loro esigenze. Tecniche fondamentali per incrementare rapporti positivi con i bambini sono perciò l’osservazione, l’ascolto e l’empatia.
I genitori – sono un gruppo diversificato, con personalità, idee, opinioni e soprattutto aspettative proprie. Questo presuppone la predisposizione all’accoglimento delle diverse progettualità proposte ed eventuali istanze presentate dai diversi genitori coerenti con le linee guida del servizio senza quindi eccedere in singolaristi. Spazio anche in questo caso all’ascolto e alla rilevazione dei bisogni molto spesso inespressi o latenti.
Gli operatori – tendono ad organizzarsi per poter esprimere le diverse esigenze in base anche alla gratificazione di carattere professionale, economico e psicosociale scaturite dall’attività nel servizio per l’infanzia. Anche in questo caso sono presenti differenze individuali, riconducibili però a progettualità comuni in itinere, sviluppate cioè in termini processuali e cooperativi e non dogmatici ed immodificabili.
Per quanto espresso fin qui, la qualità è perciò identificabile come un processo dinamico e continuo di confronto delle diversità in base agli obiettivi comuni da raggiungere. Quindi, la qualità nel servizio rivolto all’infanzia deve garantire:
1.la salute ed il benessere
2.la spontaneità espressiva
3.la dignità e l’autonomia
4.l’autostima
5.la stabilità psicopedagogica
6.la socializzazione, l’amicizia, la cooperazione
7.le pari opportunità
8.le diversità culturali
9.l’aiuto familiare e sociale
Sulla base di quanto menzionato:
L’Educatrice deve:
1. Esprimere la propria offerta formativa
2. Motivare il proprio intervento didattico
3. Esplicitare strategie, strumenti di verifica, criteri di valutazione.
Il Genitore deve:
1. Impegnarsi a conoscere l’offerta formativa
2. esprimere pareti e proposte
3. attenersi al regolamento sottoscritto
4. collaborare nelle attività
5. non prevaricare le scelte metodologico-didattiche in forma personalizzante
Sono predisposti i seguenti appuntamenti annuali sia per il Nido che per la scuola dell’Infanzia:
Consiglio di Istituto 2 incontri durante l’anno scolastico in corso per scandire le linee essenziali di orientamento unitamente all’amministrazione, genitori e personale.
Consiglio di sezione 3 incontri durante l’a.s. in corso per condividere lo scopo di sollecitare una collaborazione educativa e pratica nella realizzazione delle varie attività scolastiche con i rappresentanti dei genitori che potrebbero porre dei quesiti di chiarimento.
Collegio Docenti 8 incontri annuali con frequenza scandita dalla programmazione attuata o eventi che richiamino l’immediata attenzione ed è formato da tutte le educatrici presenti nella scuola ed è presieduto dall’amministratrice e dalla dirigente scolastica, nonché referente pedagogica, per progettare e riprogettare, valutare e verificare e aggiornarsi con l’aiuto della psico-pedagogista.
Incontri illustrativi docenti-genitori (inizio anno scolastico) per delucidare la linea didattico-pedagogica scelta nel POF e come si intersecano i progetti alla programmazione.
Incontri scuola-famiglia bimestrali e quadrimestrali per leggere insieme ai genitori delle osservazioni valutative ed evolutive annotate dalle insegnanti di sezione sui bambini.
Seminari per i genitori, tematici, con l’obbiettivo di offrire un’opportunità per dibattere situazioni, problemi educativi e relazionali attraverso momenti di incontro, opportunità di scambio di opinioni e di consulenza psico-pedagogica.
Festa di Natale con realizzazione di un elaborato interdisciplinare. Escursioni didattiche autunnali e primaverili prestabilite in seno al Consiglio d’Istituto ( cinema, agriturismo, aziende, musei, località varie, ecc… ).
Festa di fine anno scolastico con mostra permanente deglii elaborati.
Programmazione specifica per il mese di Giugno e Luglio con griglia di svolgimento estivo tra attività ed escursioni.
Riteniamo infatti fondamentale instaurare un dialogo costruttivo tra i genitori e la scuola al fine di una corretta progettazione e realizzazione di attività che riteniamo debbano essere quanto più rispondenti alle reali esigenze dei bambini e delle famiglie.
Tutto il personale (educativo ed ausiliario) partecipa periodicamente a corsi di formazione, stage, seminari e tirocini presso la nostra sede e presso strutture pedagogiche in tutta Italia, secondo un programma di scambi ed aggiornamenti con contenuti, necessariamente, ampi e complessi in quanto il tutto viene mirato con continuità e scansioni temporali precise. Per gli operatori rappresenta un sostegno all’acquisizione di competenze e contemporaneamente alla impostazione di una metodologia di lavoro, condivisa da altri diversi gruppi di lavoro in altre strutture operanti. Inoltre sono da prevedere momenti di verifica in itinere per valutare il feed-back ed eventualmente aggiustare modificare il percorso formativo stesso sia nell’area psicologico-educativo, sia nell’area pedagogico-didattica, sia nell’area sociologica. Per il personale ausiliario e di cucina non bisogna trascurare la formazione sui temi educativi-relazionali, sia su argomenti riguardanti l’igiene e la sicurezza degli ambienti.
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